mascherine antivirus

Mascherine antivirus e sicurezza. Facciamo chiarezza

Sin dall’arrivo del coronavirus in Italia, l’attenzione si è concentrata sulle mascherine antivirus. Sono davvero una barriera contro il contagio? In un primo momento, le autorità sanitarie non ne hanno consigliato l’utilizzo alla persone sane.

Adesso che l’epidemia è più diffusa, è decisamente cresciuto il numero di chi le indossa. Il dibattito “mascherina sì, mascherina no” ha lasciato spazio ad altri argomenti più drammatici. Resta però una domanda: come deve essere usata la mascherina sui luoghi di lavoro?

Distanza di sicurezza prioritaria

La prima opzione è sempre rimanere in casa e organizzarsi per lavorare da remoto. Ma non sempre è possibile. Basti pensare agli impianti industriali o ad alcuni uffici della pubblica amministrazione ancora aperti. In questi casi, il “principale criterio per contenere il contagio” è il “rispetto della distanza di sicurezza”.

Tenersi ad almeno un metro dai colleghi resta l’opzione migliore, da adottare ogni volta sia possibile. Solo quando un lavoratore, per le proprie mansioni, è obbligato a ridurre le distanze, il comitato tecnico-scientifico “raccomanda” l’uso delle mascherine antivirus.

In altre parole: non basta la mascherina per essere immuni. Anche chi la indossa deve rispettare le precauzioni che valgono per tutti. In ufficio (solo per fare un esempio) non è semplice mantenere distanze superiori al metro.

Per questo motivo, ove possibile, è preferibile operare tramite smart working. La stessa protezione civile, nonostante l’emergenza, ha adottato soluzioni di lavoro da remoto per favorire “la rarefazione” del personale.

Coronavirus: quando usare le mascherine antivirus

Partiamo dall’Oms che avverte: uso razionale e niente sprechi. La mascherina più che proteggere chi la indossa, protegge le persone che stanno attorno. Come si usa e qual’è il modello giusto?

Dell’Organizzazione Mondiale della Sanità possiamo fidarci, almeno quando fornisce indicazioni sanitarie urbi et orbi, e sull’uso delle mascherine antivirus, rispetto al contagio del coronavirus, le sue parole sono chiare: «L’uso razionale delle mascherine è l’unico modo per evitare sprechi di risorse preziose».

Come usare le mascherine antivirus

Sprechi, appunto. Ed è proprio quanto stiamo vedendo a proposito di questo strumento di difesa e di prevenzione. Con tre effetti micidiali, uno abbinato all’altro.

Una speculazione selvaggia sul prodotto, i cui prezzi sono schizzati in modo del tutto irragionevole. Gente che circola con la mascherina sentendosi al sicuro e invece sta facendo una cosa del tutto inutile, se non perfino controproducente. Mascherine antivirus che mancano quando invece sarebbero davvero necessarie.

A cosa servono

Le mascherine antivirus non servono alle persone sane. Devono indossarle i malati di coronavirus e chi si prende cura di loro, come i sanitari o le persone che li assistono. Le mascherine possono proteggere anche gli immunodepressi che sono a rischio di contrarre malattie e più esposti alle infezioni.

L’uso delle mascherine nelle zone rosse o di focolaio può servire se si lavora a stretto contatto con persone sconosciute: tassisti, dipendenti di uffici aperti al pubblico, alcuni sindacati di categoria le consigliano. Per i sani che teoricamente non sono a contatto con malati, in mancanza di protezione basta coprirsi il volto con una sciarpa ma soprattutto lavarsi le mani, non toccarsi il viso, mantenere la distanza di almeno un metro e cercare di non uscire di casa.

Chi deve usare la mascherina

Dunque come possiamo tradurre la parola “razionale” a proposito dell’uso delle mascherine antivirus per il contagio del Covid-19? Chi, come e quando deve usarla? La categoria delle persone che hanno bisogno della mascherina, con “razionalità” e utilità, è molto ristretta.

Si tratta infatti di chi ha sintomi precisi di malattie respiratorie, e in particolare sospetta di un possibile coronavirus: tosse e starnuti, innanzitutto. Inoltre la mascherina è preziosa per chiunque debba prendersi cura di persone contagiate o fortemente sospettate di contagio. A conti fatti, si capisce bene, con questi paletti, la vera utilità della mascherina. Più che proteggere chi la indossa, protegge le persone che stanno intorno.

Le mascherine antivirus non siano una scusa

Indossare una mascherina non deve essere motivo per poter uscire e incontrare persone. Ricordiamo anche che qualunque mascherina non può essere utilizzata in eterno e comunque andrà cambiata, visto che comunque l’umidità del respiro crea un microclima che favorisce la proliferazione dei virus.

Le tipologie: DPI (FFP)

E passiamo ora ad un altro capitolo, altrettanto importante per evitare sprechi: il tipo di mascherina da usare. Quali sono i vari tipi di mascherine?

Le mascherine si dividono in DPI “Dispositivi di Protezione Individuale” e DM “Dispositivi Medici” o “mascherine Medicali”. I DPI in commercio, di qualunque tipo o categoria essi siano, devono presentare la marcatura CE. Nel campo della protezione delle vie respiratorie ce ne sono circa una quarantina.

Nel caso specifico, il tipo di maschere filtranti richieste per evitare il contagio da Coronavirus (classificato come “rischio biologico”), sono regolate dalla norma europea UNI EN 149. Tale norma, a seconda dell’efficienza filtrante, classifica le maschere in FFP1, FFP2, FFP3, dove FF significa Semimaschera Filtrante.

Le mascherine antivirus consigliate (a chi si deve proteggere dal virus) sono di classe FFP2 o, meglio, FFP3 che hanno una efficienza filtrante del 92% e 98% rispettivamente. Le FFP1 con il 78% di efficienza sono insufficienti per proteggere dal virus, sono anche chiamate “antipolvere”.

Conclusioni

Per oggi concludiamo questo primo articolo dedicato alle mascherine antivirus. Come sempre, vi invitiamo a registrarvi alla nostra newsletter sicurezza sul lavoro per restare sempre aggiornati!