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Il RSPP manager della sicurezza nel 2023

RSPP chi è costui? Spesso, quando si parla di RSPP, si fa riferimento ad una figura fantomatica considerato un pò a cavallo tra un “tappa buchi” e uno “jolly aziendale”.

Insomma una persona di fiducia “buona” in tante circostanze. In realtà le cose sono molto più complicate di così. Proviamo insieme a fare chiarezza.

Affrontiamo questo inizio del 2023 con una disamina legata all’evoluzione del ruolo del RSPP. Nel 2022 infatti, come spesso accade, vi sono state tante novità in materia di sicurezza; tante altre sono in arrivo nel corso dell’anno.

Come sta cambiando il ruolo professionale di questa figura? A cosa bisogna fare attenzione? Le domande, insomma, sono tante. Proviamo di seguito ad approfondire alcuni di questi aspetti.

Chi è il RSPP e quali titoli bisogna avere

Dando per scontato che tu sappia di cosa stiamo parlando ci limitiamo in questa sede a dire solo che il RSPP è, di fatto, il “braccio destro” del datore di lavoro per quanto riguarda la salute e la sicurezza in azienda.

Di fatto dunque è quella persona che dovrebbe essere esperta in materia di sicurezza così da assistere il datore di lavoro nel portare avanti tutte le varie attività.

Per svolgere questo ruolo occorre essere in possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore. Questo vale a patto che il ruolo in questione sia ricoperto da un lavoratore interno all’azienda o da un consulente esterno.

A questo punto la classica domanda è se per il ruolo da ricoprire il datore di lavoro può svolgerlo in prima persona. La risposta è affermativa ma a patto che ricorrano alcune condizioni.

Diciamo infatti che il ruolo di RSPP può essere ricoperto in ogni azienda secondo tre possibili modalità:

  • Viene assunto un lavoratore ad hoc per ricoprire l’incarico
  • Viene affidato l’incarico ad un professionista esterno
  • Viene ricoperto direttamente dal datore di lavoro

Diciamo anche che non sempre è possibile scegliere liberamente tra le tre opzioni. In diversi casi alcune possibilità infatti sono precluse per legge. Il D.Lgs 81/08 prevede quali sono i casi in cui il datore di lavoro può ricoprire in prima persona questo incarico in funzione del numero di lavoratori e dei settori produttivi.

Ad esempio, in caso di aziende artigiane ed industriali ovvero agricole e zootecniche non bisogna superare i 30 lavoratori. Per aziende della pesca il numero scende a 20. In generale, per tutte le altre aziende fino a 200 lavoratori, sarà possibile per il datore di lavoro ricoprire questo incarico.

Analogamente, la legge stabilisce quali sono i casi in cui è obbligatorio istituire il servizio di prevenzione e protezione all’interno dell’azienda stessa. Tra questi, ad esempio, le industrie estrattive con oltre 50 lavoratori o le centrali termoelettriche.

In tutti i casi sopra indicati sarà comunque necessario seguire dei corsi di formazione e quindi essere in possesso di un attestato di formazione. Tali corsi sono fissati da un accordo stato regioni specifico a seconda che si tratti delle prime due ipotesi (incarico ricoperto da lavoratore o consulente esterno) ovvero della seconda (incarico ricoperto dal datore di lavoro).

Occorre tenere presente infatti che, ad oggi, non esiste un vero e proprio diploma di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori o un titolo di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori. Non vi è nemmeno un albo professionale.

Come procedere

La figura del RSPP deve essere nominata dal datore di lavoro. Effettivamente questa prescrizione appare del tutto ragionevole. Infatti poiché si tratta di una persona di fiducia di quest’ultimo appare giusto che la scelta di individuarlo spetti a lui.

Chiaramente però, per la serie “patti chiari amicizia lunga”, sarà pacifico anche il fatto che le conseguenti responsabilità per un’eventuale scelta “poco felice” ricadranno in via esclusiva sul datore di lavoro.

Quali responsabilità? ci ripromettiamo di parlarne in un altro articolo altrimenti il discorso sarebbe troppo vasto.

Il ruolo del RSPP

Attualmente il ruolo sta evolvendo sempre più verso quello di un vero e proprio manager in materia di sicurezza sul lavoro. L’unico “problema” è che, di fatto, gestire a livello manageriale tutte le tematiche della sicurezza porta sempre più spesso, gioco forza, a non poter portare avanti in prima persona tutte le varie attività necessarie.

Il RSPP chiaramente, come previsto dalla norma, dovrà partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Individuare i programmi di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori. Ancora, dovrà elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali e proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori.

La sua principale attività sarà comunque quella di individuare tutti i fattori di rischio presenti negli ambienti di lavoro. Siano essi legati agli ambienti, alla organizzazione o a misure tecniche. Da qui si passera poi alla valutazione dei rischi con tutto ciò che questo comporta.

In generale dunque il RSPP sarà chiamato seguire tutte le varie attività previste dalla norma e cooperare con il datore di lavoro. Collaborare con il datore di lavoro può voler dire, ad esempio, fornire ai lavoratori le informazioni necessarie in materia di sicurezza ai lavoratori.

Ancora, collaborare alla stesura del servizio di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori. Su quest’ultimo punto è il caso di fare un approfondimento.

L’organizzazione del servizio di prevenzione e protezione

Il D.Lgs 81/08 prevede espressamente che il RSPP e gli addetti al servizio di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori devono essere in numero sufficiente rispetto alle caratteristiche dell’azienda. Ancora, devono disporre di mezzi e di tempo adeguati per lo svolgimento dei compiti loro assegnati.

Si tratta di un aspetto tanto importante quanto attualmente sottovalutato. Infatti capita spessissimo di trovare aziende di medie e grandi dimensioni in cui il numero di risorse che compongono il servizio di prevenzione e protezione sono assolutamente non adeguati alle necessità.

Riteniamo infatti che questo sia certamente uno degli aspetti su cui puntare. Si tratta di programmare la struttura di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori in modo adeguato alle necessità aziendali.

Per fare ciò bisogna stabilire il numero di risorse in funzione delle necessità aziendali e non, come purtroppo troppo spesso capita, dei costi!

Oltretutto, a ben guardare, questi costi, di fatto, andrebbero interpretati come un investimento atto a garantire la riduzione degli infortuni e la tutela dell’azienda. Staremo a vedere se in futuro qualche OdV o giudice focalizzerà l’attenzione su questo aspetto che, sebbene non sanzionato esplicitamente dal D.Lgs 81/08, rappresenta di certo un elemento che potrebbe essere messo direttamente in nesso causale con eventuali infortuni.

L’evoluzione della figura del RSPP

Il RSPP moderno non è più quello di “una volta”. Un tempo infatti, tipicamente, il ruolo veniva ricoperto dalla figura di maggiore fiducia del datore di lavoro che veniva scelta da quest’ultimo, anche talvolta malvolentieri, chiaramente senza ricevere alcun aumento. Spesso a prescindere dalla reale conoscenza tecnica in materia.

Oggi le sfide che si trova ad affrontare il RSPP non sono quelle del passato e, quindi, non si dovrebbe più ragionare così. Al RSPP del 2023 viene tipicamente affidato il ruolo di manager delle tematiche di sicurezza in azienda.

Il professionista che ricopre questo ruolo chiaramente non potrà seguire ed effettuare in autonomia tutte le varie attività necessarie. Ciò soprattutto se l’azienda è molto strutturata. Tuttavia certamente dovrà possedere una solida conoscenza tecnica in materia.

In questi casi, come previsto anche dalla norma, dovrà essere affiancato da “addetti” al servizio di prevenzione e protezione e da consulenti esterni. Questi ultimi potranno intervenire all’occorrenza per gestire specifici aspetti della sicurezza. Il RSPP grazie alle proprie competenze dovrà però sempre essere in grado di valutare l’operato di queste figure che dipenderanno direttamente da lui.

Analogo discorso vale per tutte le restanti attività. Ad esempio la formazione dei lavoratori. Appare difficile infatti pensare che il RSPP possa in prima persona tenere tutti i corsi di formazione.

In definitiva l’indicazione desumibile dalla normativa è quella che vede il RSPP come un manager che deve possedere una solida competenza tecnica ed, al tempo stesso, buone doti manageriali.

Le prime saranno utili per fornire indicazioni e valutare l’operato dei propri collaboratori; le seconde, invece, per gestire le risorse che lo affiancheranno.

Come scegliere il RSPP?

Rispondere alla domanda non è facile. Un suggerimento però ci permettiamo di darvelo, soprattutto, se la scelta è quella di affidarsi ad un consulente esterno.

Si tratta infatti del nostro lavoro quotidiano che conosciamo ed amiamo ed è quindi il “terreno” su cui ci sentiamo più forti. Il suggerimento è quello di valutare con attenzione tutte le varie offerte e, soprattutto, verificare se la società di consulenza offre una qualche forma di garanzia. Noi, ad esempio offriamo il servizio “garanzia 100%“. Questo perché crediamo che l’obiettivo di una azienda che si affida ad un professionista esterno è il desiderio di “stare tranquilla” e, soprattutto, di “non avere brutte sorprese”. Noi ti offriamo queste garanzie … e gli “altri”?