lampade germicide

Lampade germicide e Covid-19, quali sono i rischi?

E’ stata pubblicata sul Portale Agenti Fisici una nota informativa che riguarda le lampade germicide e fa il punto sull’efficacia. Nonché sui rischi per la salute e la sicurezza dei dispositivi in commercio.

Infatti la Pandemia da Covid-19 dovuta al coronavirus SARS-CoV-2 sta provocando uno stato di forte allerta sanitario. Questo ha portato alla diffusione di vari tipi di sistemi di sanificazione. Vediamo le indicazioni insieme.

Lampade germicide: nota informativa su rischi e allerte nel contesto della pandemia Covid-19

I raggi ultrevioletti. In particolare quella UV-C alla quale è riconosciuta una efficace azione germicida su vari agenti patogeni. Quali virus, batteri spore e funghi. E’ studiata sin dagli anni ’30 del secolo scorso quando se ne comprese la modalità di azione.

La sua azione induce modifiche nelle basi azotate del materiale genetico (DNA o RNA) del patogeno inattivandone la capacità di replicazione. L’efficacia della radiazione ultravioletta è provata anche su agenti patogeni virali causa delle influenze stagionali invernali. Nonché nei confronti dei coronavirus che causano la Sars-CoV e la MERS-CoV.

L’utilizzo delle lampade germicide in ambienti di lavoro e comunitari ha avuto un ruolo importante per il contenimento della diffusione di agenti infettivi che si trasmettono per via aerea. Questi infatti sono comunemente presenti nelle sale operatorie e negli ospedali come nel caso del micobatterio della tubercolosi.

Il progresso tecnologico vale anche per le lampade

Le lampade con azione germicida impiegate tradizionalmente in ambito sanitario. Per la quale è accertata l’efficacia da evidenze sperimentali. Sono quelle a bassa pressione e a scarica di mercurio con la maggior parte di emissione principale a una lunghezza d’ onda di 254 nm.

Grazie allo sviluppo della tecnologia LED è stato possibile di recente sviluppare lampade con emissione di raggi ultravioletti UVC tipicamente nell’intervallo di lunghezza d’onda 260-280 nm in sistemi portatili. Queste possono essere usate per un’ampia gamma di applicazioni. Anche per uso domestico e non professionale.

A differenza però delle tradizionali lampade fluorescenti UVC a mercurio. In genere i sistemi LED UVC hanno bassa potenza. Dunque se utilizzati a distanza di pochi centimetri sono in grado di produrre una dose germicida efficace con durate espositive comparabili a quelle richieste per le lampade tradizionali.

In caso contrario, per raggiungere la dose germicida efficace la durata espositiva richiesta sarebbe molto più lunga, dell’ordine delle ore. Al momento non esistono sufficienti evidenze sperimentali che, a parità di dose, dimostrino che esposizioni UVC a bassa intensità e di lunga durata siano di pari efficacia di esposizioni ad alta intensità e di breve durata.

È importante ricordare che tutta la radiazione ultravioletta nelle sue componenti UV-A, UV-B ed UVC è classificata dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel Gruppo 1 degli agenti certamente cancerogeni per l’uomo. I danni indotti, soprattutto a livello degli occhi e della cute, possono avvenire con tempi molto brevi di esposizione. Anche nell’ordine di pochi secondi in presenza di lampade UV-C non schermate.

Per questo motivo. L’utilizzazione di luce visibile UV-C con attività germicida negli ambienti di lavoro deve avvenire in assenza di personale. Nonché deve essere effettuata da personale professionalmente formato e informato. 

L’allerta del Ministero della salute sulle lampade UV-C acquistate in regime di libero mercato

Sul sito del Ministero della Salute, il 13 luglio 2020 è riportata una informazione eloquente: “Covid-19, allerta su vendita lampade UV non efficaci contro il virus”.

Oltre a far riferimento all’azione germicida della radiazione UV-C e alla sua efficacia su superfici. Nonché ambienti interni ed abbigliamento. Viene riportata la segnalazione al sistema comunitario di allerta rapido RAPEX.

Cioè l’European Rapid Alert System for non-food consumer products. In merito ad alcune tipologie di lampade UV-C vendute on-line con finalità germicida.

L’allerta RAPEX sulle lampade esaminate evidenzia le seguenti criticità:

  • Alcuni prodotti segnalati non emettono UV-C. Quindi possono risultare non efficaci su batteri o virus dando un falso senso di protezione all’utilizzatore. Tuttavia possono emettere radiazioni UV-A e UV-B pericolose per il consumatore;
  • Alcuni prodotti possono risultare pericolosi per quanto riguarda la sicurezza elettrica. Questo perché i circuiti elettrici non sono isolati in modo adeguato;
  • Certi prodotti non rispettano la normativa tecnica di riferimento EN 62471: “Sicurezza fotobiologica delle lampade”;
  • Alcune lampade che emettono UV-C come dichiarato, possono comunque risultare pericolose per esposizione di cute ed occhi quando non utilizzate correttamente.

Altre segnalazioni arrivano in merito alla diffusione e pericolosità dell’impiego di queste lampade ad emissione di UV-C da parte di personale non qualificato ed esperto.

I rischi per la salute derivanti dall’impiego di lampade germicide

Le più autorevoli fonti internazionali si sono espresse con toni preoccupati riguardo la diffusione e l’utilizzazione di questo tipo di lampade da parte della popolazione. L’OMS ha dedicato una info-grafica e un breve video sui possibili rischi per la salute dovuti all’esposizione alle lampade. Essa manifesta il timore che questo sistema può essere utilizzato per la sterilizzazione delle mani. O comunque di esporre in ogni caso l’utilizzatore ai danni a carico di occhi e cute.

lampade germicide

La Commissione Internazionale di Illuminazione (CIE) nel suo Position Statement. Per il caso specifico delle lampade germicide UVC. Intese come prodotti di consumo. Ha manifestato la sua preoccupazione riguardo il fatto che gli utenti di tali dispositivi possano essere esposti a quantità dannose di UV-C.

Inoltre, per la CIE, i consumatori potrebbero utilizzare/maneggiare prodotti che emettono ultravioletti UV-C in modo inappropriato. Di conseguenza non ottenere una disinfezione efficace. Oppure potrebbero addirittura acquistare prodotti che non emettono effettivamente UV-C.

Le indicazioni ed i dati rilevati in campo

La Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) nella nota relativa a questi dispositivi evidenzia una grande commercializzazione di lampade UV-C. Queste vengono reclamizzate per l’utilizzo domestico per l’inattivazione del virus Sars-CoV-2. L’ICNIRP pone una allerta sulla possibile sovraesposizione alla radiazione UV-C per l’utilizzatore. Nella stessa nota viene riportato inoltre che sono stati segnalati infortuni verificatisi a seguito dell’utilizzazione di queste lampade.

Dalle misure fatte su lampade UVC di impiego comune emerge un dato preoccupante. I valori limite di esposizione per danno eritemale infatti sono superati dopo pochi secondi/minuti di esposizione alla luce UV-C emessa da tali dispositivi.

Ciò per un soggetto che si trovi nelle vicinanze dell’apparato. I valori limite risultano superati anche nel caso di esposizione a raggi UV-C riflessi su superfici metalliche o altamente riflettenti.

Inoltre dalle valutazioni effettuate in laboratorio è emerso che i sistemi di sicurezza installati sui sistemi portatili. I quali dovrebbero bloccare l’emissione della radiazione qualora la lampada sia diretta verso l’utilizzatore. Talvolta non risultano efficienti.

Questo poiché l’emissione UVC in alcuni sistemi è stata rilevata anche nelle condizioni di utilizzo in cui la lampada si sarebbe dovuta automaticamente spegnere.

Funziona davvero e… come regolarsi allora?

Riassumendo possiamo dire che è ben noto il potere germicida della luce UV-C su batteri e virus. Si tratta di una proprietà dovuta alla sua capacità di rompere i legami molecolari di DNA e RNA che costituiscono questi microorganismi.

Diversi sistemi basati su luce UV-C sono già utilizzati per la disinfezione di ambienti e superfici in ospedali e luoghi pubblici. Tuttavia, per quanto spesso questa tecnologia venga richiamata pubblicamente a livello internazionale anche per la lotta alla diffusione della pandemia Covid-19. Una misura diretta della dose di raggi UV necessaria per rendere innocuo il virus non era stata ancora effettuata.

Finora erano state considerate dosi con valori tra loro molto contraddittori. Derivati da altri lavori scientifici riguardanti precedenti esperimenti su altri virus.

Chiaramente le analisi proseguono. Un recente studio sperimentale effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi sembrerebbe confermarne l’efficacia.

Detto questo però, tenuto anche conto dei rischi che ci sono nel loro utilizzo. Al momento per tutto quanto sopra esposto si sconsiglia l’utilizzo di lampade germicide UV-C per impiego non professionale. In tutti i casi l’impiego di tali sistemi deve avvenire previa attenta verifica delle caratteristiche di sicurezza. Nonché delle appropriate modalità d’uso ai fini della sterilizzazione.

Comunque sempre da parte di personale formato sulle corrette modalità di utilizzo. Nonché sui rischi derivanti dall’esposizione alla radiazione UV emessa da tali apparati. Come prescritto dal D.Lgs 81/08 Titolo VIII Capo V. Per dettagli relativi alla gestione in sicurezza di tali apparati vi invitiamo a scaricare il documento di seguito: