Lavoratori fragili e Covid-19: buone prassi
Dopo il contenuto del “Protocollo nazionale”, riguardano i cosiddetti lavoratori fragili. Continuano ad arrivare molte indicazioni in queste settimane in materia di emergenza Covid-19. A riguardo anche l’ANMA offre alcune indicazioni. Vediamo insieme di cosa si tratta.
A offrire un supporto ai medici competenti in questa fase di nuovi adempimenti e richieste. In relazione ai rischi di contagio del virus Sars-CoV-2. Sono alcuni documenti della Associazione Nazionale Medici d’Azienda e Competenti.
Questi intervengono sia sulla gestione dei lavoratori fragili. Sia riguardo alla gestione della misurazione della temperatura in accesso al luogo di lavoro.
Il nuovo coronavirus e i lavoratori fragili
Nel documento ANMA viene proposta una prassi per la gestione dei lavoratori fragili. Si tratta di una linea di comportamento che è ovviamente declinabile a seconda della realtà in cui il medico competente si trova ad operare.
Il documento sottolinea che è evidente. Per motivi di privacy e di segreto professionale. Che non può essere il medico a segnalare all’azienda situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti.
È dunque necessario condividere una linea di comportamento comune e da questa valutazione nasce la proposta di una prassi per la tutela dei lavoratori fragili che coinvolge medici competenti, azienda e SSN:
- Il medico competente informa per iscritto il Datore di Lavoro elaborando un’unica informativa da inoltrare a tutte le imprese.
- In questa informativa si invitano i lavoratori a rivolgersi al Medico di Medicina Generale (MMG). Chiaramente quelli che ritengono di rientrare nelle tipologie di pazienti previste dalla norma. Questo, a loro tutela, potrà giustificare il periodo di “isolamento”.
- Nella informativa ai Lavoratori si specifica che nei casi in cui il MMG non prescriva (o non possa prescrivere) il periodo di malattia. Il Lavoratore può contattare il medico competente informandolo della situazione. Conferendogli in tal modo. Anche questo specificato nella informativa ai Lavoratori di cui al punto 2. Il consenso alle azioni successive che lo stesso dovrà mettere in atto per la sua tutela.
La gestione dei lavoratori fragili nelle aziende
Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta una tabella con alcune patologie e condizioni di immunodepressione che possono configurare una maggiore sensibilità al contagio.
La misurazione della temperatura all’accesso al luogo di lavoro
In riferimento al “Protocollo condiviso” ANMA pubblica anche un altro documento. Si tratta di una prassi per la gestione della misurazione della temperatura in accesso al luogo di lavoro. Ciò al fine di tutelare anche i lavoratori fragili.
Si legge che nel “Protocollo condiviso” al punto 2 si valutano le modalità di ingresso in azienda. In particolare il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea.
Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5° non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione, nel rispetto delle indicazioni riportate in nota, saranno isolate e fornite di mascherine. Allo stato attuale non si forniscono indicazioni circa l’uso di test sierologici ma non è escluso che, più avanti, possano arrivare indicazioni in tal senso.
Non dovranno recarsi al Pronto Soccorso. Ovvero nelle infermerie di sede. Bensì dovranno contattare nel più breve tempo possibile il proprio Medico curante e seguire le sue indicazioni.
Si ricorda che il protocollo non è stato concepito in una logica vincolante. Offre indicazioni generali che ciascuno deve adattare alle proprie specificità. Si muove nella logica della precauzione per tutelare i lavoratori fragili da un rischio biologico generico. Cioè eguale per tutta la popolazione.
Il documento riporta, in conclusione, anche alcune indicazioni ed esempi di auto certificazione per la misurazione in auto monitoraggio.
Rimandiamo alla lettura dei documenti che puoi scaricare cliccando sui pulsanti di seguito.