Dunque al fine di garantire la sicurezza sul lavoro nei confronti del rischio ATEX ogni azienda sarà chiamata a portare avanti un lavoro che può essere anche molto complesso.
Anzitutto chiariamo cosa si intende per “atmosfera esplosiva”. Come indicato dalla norma ci riferiamo ad una miscela a condizioni atmosferiche di sostanze infiammabili ed aria. Queste possono trovarsi in varie forme fisiche. La peculiarità di tali miscele è che, dopo l’innesco, la combustione si propaga in tutto l’insieme della miscela non ancora combusta.
Come procedere nella valutazione del rischio ATEX
Devono essere anzitutto individuate tutte le possibili sorgenti di emissione. Queste saranno da cercare sia in condizioni “ordinarie” che “di emergenza”.
Infatti potrebbero verificarsi, ad esempio, delle fuoriuscite di gas in quantità tali da risultare pericolose solo in occasione di interventi manutentivi specifici. Ancora, alcune condizioni di rischio si potrebbero manifestare solo durante precise fasi di lavoro.
Non dimentichiamo che anche in Italia abbiamo avuto degli infortuni gravissimi proprio dovuti all’innesco di atmosfere esplosive.
Il D.Lgs 81/08 indica un approccio che è funzione del livello del rischio ATEX. Il cuore della valutazione deve portare alla classificazione delle aree a rischio.
Dunque lo scopo del lavoro è quello di arrivare ad avere una zona ATEX classificata in funzione del rischio di esplosione. Nello specifico si potranno individuare tre possibili zone.
La zonizzazione
Una zona “zero”, una zona “uno” ed una zona “due”. La zona “zero” è quella a maggior rischio. In tale area infatti si ritiene che saranno presenti in permanenza o per lunghi periodi atmosfere potenzialmente esplosive.
Al contrario, la zona “due” sarà un’area in cui in occasione delle attività standard non c’è una elevata probabilità di formazione di atmosfere potenzialmente esplosive. Comunque, laddove si verifichi tale circostanza, tale evento è unicamente di breve durata.
Chiaramente, una valutazione rischio ATEX completa dovrà indicare con chiarezza l’estensione, non solo spaziale, di queste aree. Come fare?