rischio di impresa

Rischio di impresa e sicurezza sul lavoro

Oggi facciamo un piccolo zoom sulla responsabilità del datore di lavoro in tema di sicurezza e sul rischio di impresa. Infatti sempre più spesso ci capita di vedere in azienda una visione “distorta” del concetto di “rischio di impresa”.

Navigando nei vari siti web è possibile rendersi conto di cosa si intende per “rischio di impresa”. Nei vari siti che trattano di risk management in relazione alla attività d’ impresa. Nonché di gestione del rischio d’ impresa infatti il concetto è chiaro.

Cos’è il rischio di impresa?

In economia aziendale il rischio di impresa è l’insieme delle responsabilità dell’impresa sulle scelte dell’impresa stessa. Esso è direttamente a carico dell’imprenditore che esercita l’attività economica e può essere distinto. Anzitutto per la figura dell’imprenditore e per la figura del libero professionista, o lavoratore autonomo.

Nella complessità delle norme giuridiche e delle figure societarie il rischio dell’imprenditore può essere scisso da quello dell’impresa, quando le responsabilità aziendali sono a carico della società depersonalizzata ( SpA, Srl, ecc). Il rischio di impresa può essere scomposto in rischio economico, rischio finanziario e rischio patrimoniale.

Morale della favola

Non ci occupiamo di economia e finanza e quindi non ci addentriamo ulteriormente. Tuttavia abbiamo fatto questa carrellata di “alta finanza” per arrivare a comprendere il legame che passa tra il rischio di impresa ed i costi legati alla sicurezza sul lavoro. Riteniamo infatti assolutamente slegate le due cose e sicuramente non confrontabili. Una visione di questo tipo manifesta solo una conduzione “cieca” delle dinamiche aziendali relative alla sicurezza.

Tuttavia potrebbe capitare, per assurdo, l’ipotesi di dover avere a che fare con una azienda che giustifica la mancata adozione delle misure di sicurezza come un qualcosa che rientra nel rischio di impresa. Cioè una sorta di non meglio specificata responsabilità che il datore di lavoro si assume.

Inutile dire che non può assolutamente essere così. Infatti la tutela della salute dei lavoratori non è un qualcosa che può essere in qualche modo “bilanciato” e, quindi, confrontato con il profitto. Tutto questo è facile a dirsi ma difficile a farsi. Bisogna infatti contrastare l’intrinseco desiderio aziendale di voler risparmiare sulla voce di “costo” legata alla sicurezza sul lavoro.

Si, proprio così! Quando si parla di sicurezza sul lavoro ancora oggi, nel 2020, le aziende mediamente tendono a vedere questa come una voce di “costo”. A differenza chiaramente di quanto non si faccia con il “parco macchine” piuttosto che con la “pubblicità” o le “spese di rappresentanza”.

Investimenti in sicurezza e rischio di impresa

Le spese fatte nel parco macchine ad esempio possono essere viste come “investimenti” perché mediamente hanno un impatto o comunque un ritorno immediato sulla produttività. Dunque, mediamente parlando, possiamo dire che tutto ciò che in qualche modo aumenta la produzione aziendale o comunque ha un impatto diretto in termini di miglioramento degli utili sui servizi offerti o sui beni prodotti è un “investimento” tutto ciò che invece “non serve” o che comunque non ha un impatto diretto su questi aspetti è visto come un costo.

Insomma come dire che quello che conta in una vettura è la velocità che riesce a raggiungere … poi che abbia o meno dei freni adeguati o che non li abbia affatto poco importa! L’importante è che viaggia veloce.

Ma quando poi ci schiantiamo contro un muro e ci rompiamo le ossa (oltreché la macchina) che si fa? La risposta media è: “speriamo che non capiti”. Bhè sembra quasi di parlare con uno “struzzo”, insomma mettiamo la testa sotto la sabbia o la polvere sotto il tappeto ed incrociamo le dita! Se insomma il punto di vista aziendale è la cosiddetta “strategia della roulette russa” liberissimi di farlo. D’altro canto la libertà di impresa è un principio previsto dalla Costituzione.

La negazione della strategia aziendale

In soldoni, c’è anche da dire che, sempre quella cosa chiamata “Costituzione” dice che questa libertà di impresa può riguardare ogni aspetto legato alla gestione aziendale purché ciò non impatti sulla libertà e dignità fisica e morale dei lavoratori oltreché, chiaramente sulle loro condizioni di sicurezza.

Ovviamente non bisogna essere dei raffinati statisti per arrivare ad intuire che, una gestione aziendale del “rischio di impresa” siffatta impatta eccome su questi aspetti. Per cui, qualora dovesse succedere il patatrac poi sarebbe sicuramente giusto passare dei bruttissimi momenti “ospiti dello Stato” nelle patrie galere.

Ci chiediamo quindi se ne vale davvero la pena. Troppe volte infatti capita di sentire un ever green. Cioè così del tipo: “Non ho fatto questo per risparmiare”.

Fermo restando il fatto che, come abbiamo detto, non è possibile “risparmiare” sulla salute altrui. A questo punto allora forse sarebbe bene capire meglio cosa si intende per “risparmio”.

Una parte importante del nostro lavoro riguarda la valutazione dei rischi ed anche in campo assicurativo ci sono i cosiddetti risk manager. Figure cioè che valutano il rischio di una certa attività al fine di capire se sia possibile e/o conveniente assicurare una certa cosa.

Tante volte si ricorre anche a strumenti apparentemente complessi come la coassicurazione o la riassicurazione nei casi in cui le cifre o i rischi siano particolarmente alti. Tutto questo rientra nel campo del rischio di impresa. Bisognerebbe allora rendersi conto che non curare la sicurezza aziendale equivale a giocare alla roulette russa. L’unico problema è che la pistola che si usa ha un tamburo da 6 proiettili e le volte che bisogna premere il grilletto sono proprio 6!

Conclusioni

Questo per dire che è solo questione di tempo ma, presto o tardi, i problemi arriveranno e allora la gestione non attenta di questo importante aspetto presenterà il conto. Questo rischia di essere salatissimo e potrebbe mettere addirittura in discussione tutti gli impegni e le notti insonni fatte. Siamo sicuri che ne valga la pena?

In definitiva è sicuramente giusto che ogni azienda con scopo di lucro sia organizzata al fine di massimizzare questo aspetto. Tuttavia non deve in alcun modo essere messo in dubbio il diritto alla tutela della sicurezza dei lavoratori. Tantomeno è possibile giustificare questo aspetto nascondendosi dietro al presunto concetto di “rischio di impresa” che nulla ha né può avere a che fare con la sicurezza sul lavoro!

Solo quando le aziende capiranno che investire in sicurezza è importate tanto quanto investire in altri settori e processi strategici come le attrezzature, le materie prime o il personale ci potrà essere vera sicurezza.