Sanificazione condizionatori, quali indicazioni seguire?
L’AiCARR ha pubblicato in questi giorni una serie di documenti e protocolli relativi alla sanificazione condizionatori.
Ciò con l’obiettivo della riduzione del rischio da diffusione del Coronavirus mediante gli impianti di climatizzazione e ventilazione in ambienti sanitari e nei luoghi di lavoro.
Ha anche integrato le informazioni riguardanti il funzionamento degli impianti di condizionamento e ventilazione dell’aria. Il documento di orientamento “Preparare il posto di lavoro per COVID-19” emanato Il 27 febbraio 2020 dall’OMS.
In questo periodo sono tante le domande che riguardano gli impianti di trattamento aria. Dopo aver approfondito il tema della sanificazione ambientale si pone il problema di sanificare il condizionatore. Ciò per quanto riguarda la necessità di purificare l’ aria che respiriamo garantendo la qualità dell’ aria e prevenire la possibile trasmissione del coronavirus.
Ci si chiede quindi se, oltre alla manutenzione ordinaria, sia necessario un intervento straordinario di pulizia e un trattamento di sanificazione dei condizionatori. Da effettuarsi con disinfettanti spray, prodotti specifici o ricaricando il gas refrigerante. Questo sia per l’ unità interna che per le unità esterne.
In merito all’attività di sanificazione dei condizionatori, anche con funzionamento a pompa di calore. Occorre valutare se è necessario almeno una volta fare la pulizia dei filtri del condizionatore.
Il documento fornisce consigli sulla gestione degli impianti per la corretta aerazione degli ambienti e sanificazione dei condizionatori. Questo per ridurre al minimo potenziali rischi di propagazione dell’infezione negli ambienti di lavoro condivisi da più persone.
Partendo dall’assunto che la trasmissione del coronavirus Covid19 avviene per contatto diretto con le secrezioni respiratorie emesse da persone. AiCARR ritiene opportuno dare alcune indicazioni sulla corretta gestione degli impianti di ventilazione e climatizzazione esistenti. Ciò per ridurre al minimo i potenziali rischi di trasmissione dell’infezione.
L’importanza di sanificazione dei condizionatori
Per minimizzare gli effetti della presenza di una persona infetta nel luogo di lavoro. AiCARR consiglia di ridurre il livello di occupazione degli ambienti. Di passare, ad esempio, da una persona per 7 m2 a una ogni 25 m2, in modo da ridurre l’eventuale possibile inquinamento dell’aria.
Considerato che l’aria esterna non è normalmente contaminata dal virus, AiCARR consiglia di areare frequentemente gli ambienti non dotati di ventilazione meccanica.
Se negli ambienti sono presenti impianti di ventilazione che forniscono aria di rinnovo si può porre il problema della sanificazione dei condizionatori. AiCARR suggerisce di tenerli sempre accesi. Nonché di farli funzionare alla velocità nominale o massima consentita dall’impianto per rimuovere le particelle sospese nell’aria (aerosol). Nonché contenere la deposizione sulle superfici.
La ventilazione meccanica e la filtrazione dell’aria possono avvenire tramite:
- Impianti dedicati (di sola ventilazione).
- Impianti di climatizzazione (impianti misti ad aria primaria e impianti a tutt’aria).
La diluizione con aria esterna e i filtri ad elevata efficienza riducono la presenza di particolato e di bio-aerosol contribuendo in tale maniera alla riduzione dei rischi di contagio.
AiCARR consiglia di valutare sempre l’opportunità. Ovvero la necessità di chiudere le vie di ricircolo. Nonché di evitare che l’aria immessa sia contaminata da quella estratta o espulsa dagli ambienti.
La sanificazione dei condizionatori e degli impianti
Allo stato non ci sono evidenze in base alle quali risulti necessario provvedere a interventi straordinari di sanificazione degli impianti e sanificazione dei condizionatori.
Si consiglia che gli interventi di manutenzione e sanificazione. Qualora effettuati. Seguano sempre procedure ben definite e siano eseguiti da personale qualificato, dotato di idonei Dispositivi di Protezione (DPI). Qualunque intervento effettuato in modo scorretto e/o senza l’utilizzo di DPI potrebbe avere come risultato non la riduzione, ma l’incremento dei rischi.
Il funzionamento degli impianti di climatizzazione durante l’emergenza Covid-19
La posizione di AiCARR in merito alla sanificazione dei condizionatori si basa su tre ipotesi di partenza:
- La trasmissione via aerosol è l’unica potenzialmente connessa agli impianti di climatizzazione. L’ipotesi di trasmissione del virus non è dimostrata con certezza né negata. Va quindi comunque considerata seguendo il criterio della massima sicurezza.
- La mancanza di una evidenza dell’importanza della trasmissione per bio-aerosol nei luoghi non di ricovero degli ammalati di Covid-19. Ribadita dall’OMS. Fa supporre che le altre forme di contagio siano preponderanti. A questo proposito.
Gli scienziati sostenitori della trasmissione del virus via bio-aerosol. Sostengono che ci sia ancora molta strada da fare per giungere a quantificarne la importanza relativa rispetto alle altre che può essere non così trascurabile come pensato. - E’ un dato ormai certo che l’infezione virale si è principalmente propagata a causa degli infetti non sintomatici. I quali ignari di esserlo, hanno contagiato quanti incontrati nei luoghi di lavoro. Nonché negli spazi pubblici e privati.
Ciò fintantoché uno screening di massa non consentirà di trovare e isolare i portatori sani del contagio. Ogni precauzione che può limitare il rischio è non solo benvenuta ma necessaria.
Altre indicazioni
Quindi, in merito alla sanificazione dei condizionatori. Essendo le persone i portatori del contagio. Dal momento che l’isolamento non può e non deve durare a lungo per poter riprendere le attività produttive necessarie.
Il controllo della eventuale trasmissione per via bio – aereosol tramite un’adeguata ventilazione controllata degli spazi occupati potrà ridurre sensibilmente il rischio di contagio.
In tali situazioni sarà obbligatorio utilizzare sia gli impianti di climatizzazione la prossima estate. Nonché quelli di riscaldamento il prossimo inverno. Ciò non solo per quanto detto.
Bensì anche per tutelare le persone deboli. In primo luogo gli anziani. E’ inutile non farli uscire per poi aggravare la loro situazione con temperature troppo alte in estate. Ovvero troppo basse in inverno nelle abitazioni, soprattutto in quelle piccole e anguste.
Conclusioni
Ci fermiamo qui e rinviamo alla lettura dei successivi articoli per ulteriori approfondimenti. Vi invitiamo a scaricare la pubblicazione AiCARR cliccando sul pulsante di seguito!