Spirometria e sorveglianza sanitaria ai tempi del Covid-19
La spirometria ai tempi del Covid-19 … farla o non farla. Come organizzare la sorveglianza sanitaria ai tempi del Covid-19? Quali accorgimenti prendere? Vediamo insieme le indicazioni fornite per i vigili del fuoco.
La sorveglianza sanitaria
Le varie definizioni di sorveglianza sanitaria presenti nella letteratura scientifica, enfatizzano l’importanza dell’osservazione nel singolo lavoratore e nel gruppo omogeneo, finalizzata alla necessità di rilevare quanto più precocemente possibile ogni variazione dello stato di salute.
Tali definizioni implicano la necessità di raccogliere in forma organizzata i dati rilevati e di analizzarli nel corso del tempo. Un atteggiamento ben diverso da quello troppo spesso riscontrato nella pratica del medico competente, basato sull’osservazione di un valore puntuale, rilevato sì anno per anno ma raramente analizzato in sequenza.
Nella sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a tossici respiratori la spirometria è l’esame che, più di altri, permette di rispondere alle esigenze di monitoraggio di importanti parametri funzionali.
E’ un esame incruento, i parametri funzionali misurati hanno una grande stabilità, sono ripetibili nella stessa sessione di prove e sono riproducibili a distanza di tempo.
Proprio in virtù di queste caratteristiche consente di apprezzare variazioni precoci della funzione ventilatoria. Ciò a condizione però di eseguire l’esame nel rispetto dei criteri di buona pratica e delle linee guida.
Cos’è la spirometria?
La spirometria è un esame che valuta come funziona il nostro apparato respiratorio. Permette di misurare quanta aria contengono i nostri polmoni e come questa aria si muove attraverso i nostri bronchi.
Cioè permette di fare una diagnosi precoce e vedere se i nostri bronchi sono aperti o chiusi da malattie ostruttive come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o l’asma. Nonché se i nostri polmoni sono iperdistesi come nell’enfisema polmonare o ristretti, come nelle fibrosi polmonare.
A cosa serve?
La spirometria può essere svolta con modalità e apparecchiature diverse e con percorsi differenti in base ai quesiti diagnostici.
Con la spirometria semplice o curva flusso volume, si misurano solo i gas “mobilizzabili”. Cioè la quantità di aria che riusciamo a inspirare ed espirare con uno sforzo massimale e la velocità con cui riusciamo a muoverla. Questo esame permette di misurare i seguenti principali parametri:
- FEV1 o VEMS che indica la quantità di aria che riusciamo a espirare nel primo secondo con uno sforzo massimale partendo da una inspirazione completa. Se i nostri bronchi sono chiusi, questo parametro sarà ridotto;
- VC o FVC che indica quanta aria riusciamo a inspirare ed espirare con uno sforzo massimale, senza limiti di tempo.
Questo tipo di valutazione rappresenta in genere un primo step della valutazione funzionale respiratoria.
Le analisi successive
In caso di riscontro di anomalie, può essere utile procedere a una valutazione più complessiva. Occorre quindi eseguire una spirometria completa che permette di misurare anche la quota di aria che rimane nei nostri polmoni dopo un’espirazione massimale.
Cioè il volume residuo. Questa determinazione è molto importante per valutare il grado di ipersufflazione dei nostri polmoni, concetto che possiamo semplificare come grado di enfisema.
Questa misurazione può essere fatta con metodi diversi:
- utilizzando un apparecchio che si chiama pletismografo, e in tal caso si parla di spirometria globale con tecnica pletismografica, che permette la determinazione contestuale delle resistenze pletismografiche delle vie aeree;
- utilizzando la tecnica della diluizione dei gas e in tal caso si parla di spirometria globale.
I risultati sono sostanzialmente simili e l’esecuzione di un esame o dell’altro è legata solo alla strumentazione presente in un laboratorio. Negli ultimi anni la metodica prevalentemente adottata è quella che prevede l’utilizzo della tecnica pletismografica.
Ulteriori step di una valutazione funzionale respiratoria sono:
- test di broncodilatazione: quando si riscontra un’ostruzione delle vie aeree. Si somministra un farmaco broncodilatatore. In genere salbutamolo spray. Si valuta poi se questa ostruzione è reversibile (in modo completo o parziale) o irreversibile.
Se c’è una buona risposta al farmaco si parla di un’ostruzione bronchiale di tipo asmatico. Se invece c’è una cattiva risposta si parla di ostruzione di tipo BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva, la bronchite cronica); - studio della diffusione alveolo/capillare–DLCO: è un esame che misura come l’ossigeno passa dall’aria al sangue e come l’anidride carbonica passa dal sangue all’aria, per essere poi eliminata. I principale campi di utilizzo della metodica sono le malattie dell’interstizio polmonare (fibrosi polmonare) e la BPCO.
Come si svolge la spirometria?
Per lo svolgimento della spirometria con tecnica pletismografica, il paziente viene invitato a respirare attraverso un boccaglio monouso e un pneumotacografo (un misuratore di flusso) connesso con l’esterno. Questo permette di eseguire una curva flusso/volume.
In seguito il circuito viene chiuso con una valvola. Impedendo il passaggio di aria tra il paziente e l’esterno. Il paziente dovrà compiere pochi atti di inspirazione ed espirazione a boccaglio chiuso. Comprimendo e decomprimendo in tal modo l’aria contenuta nei suoi polmoni e nella cabina pletismografica.
L’elaborazione di queste variazioni di pressione permette di calcolare il volume d’ aria residuo nei suoi polmoni.
Nella stessa seduta di esame può essere eseguito, se richiesto:
- il test di broncodilatazione: al paziente si somministra un broncodilatatore e dopo 20 minuti si ripete una valutazione con curva flusso/volume per valutare il grado di reversibilità della ostruzione riscontrata;
- lo studio della diffusione alveolo/capillare–DLCO: al paziente viene fatto inalare un bolo di una miscela gassosa precostituita a base di O2, N2, CO, CH4 e viene richiesta un’apnea di 10 secondi, cui segue un’espirazione completa.
La nota dei vigili del fuoco
Venendo ora alla nota in questione. Si legge che in merito alla attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. La direzione centrale di sanità RFI ha disposto che il protocollo per gli accertamenti sanitari previsti per la sorveglianza sanitaria del personale VF sia momentaneamente modificato con l’annullamento, per motivi di sicurezza, dell’esame spirometrico.
Questa può risultare una preziosa ulteriore indicazione anche per i medici competenti che operano in settori diversi. Di seguito puoi scaricare la nota.