Sprinkler antincendio, quali vantaggi offrono?
Gli impianti antincendio sprinkler sono impianti automatici di estinzione, o più frequentemente di controllo, degli incendi. Quali sono le attività soggette? Come funzionano? Scopriamolo insieme!
Come funzionano gli sprinkler antincendio
Sono essenzialmente costituiti da una serie di testine spruzzatrici d’acqua (ugelli erogatori sprinkler) normalmente tappate da una fiala termosensibile.
In caso di incendio le fiamme o i gas caldi di combustione raggiungeranno la fiala termosensibile provocandone la rottura. Quindi la conseguente fuoriuscita dell’ acqua in pressione.
L’impianto sprinkler antincendio ha quindi il vantaggio di limitare il suo funzionamento alla sola area interessata dall’incendio. Non quindi in maniera generalizzata su tutta l’area coperta.
La progettazione degli impianti sprinkler deve essere affidata ad un professionista specializzato. Questo con il supporto del responsabile della prevenzione incendi deve comunque stabilire alcuni punti fermi. Anzitutto le aree che debbono essere protette da tale impianto. In secondo luogo la classificazione di tali aree con le conseguenti specifiche tecniche dell’impianto.
Quali sono le attività soggette e quale estensione dare all’impianto?
Sono le diverse norme verticali a indicare dove deve essere prevista la protezione attraverso un impianto antincendio sprinkler. In via generale esso deve essere previsto in tutti i contesti caratterizzati da un carico di incendio superiore a 60 kg l.e.s./m2. Ovvero da una giacitura dei locali oltre il primo livello interrato. Cioè in cui sia molto difficile organizzare in modo efficace l’operatività dei soccorsi.
Gli impianti sprinkler sono inoltre mezzi di elezione per aumentare la superficie massima dei compartimenti. Lo sprinkler permette inoltre di applicare un coefficiente di riduzione ne lcaloclo della classe di resistenza al fuoco delle strutture portanti e separanti.
L’impianto sprinkler anitncendio permette anche di considerare soddisfatte tutte le verifiche in merito al rischio di propagazione esterna dell’incendio di cui alla Lettera Circolare Prot. n. 5043 del 15/04/2013.
Le Norme Tecniche di cui al D.M. 03/08/2015 riconoscono a un sistema sprinkler la diminuzione di una classe di rischio vita. Nonché ad esempio, il dimezzamento delle distanze di sicurezza calcolate secondo il metodo delle piastre radianti.
L’impianto automatico sprinkler antincendio non è però da considerare la panacea di tutti i vizi nel rispetto delle diverse normative antincendi. Deve inoltre essere considerato che in molti contesti il suo azionamento comporta danni superiori a quelli dell’incendio stesso. L’impianto sprinkler antincendio infatti, non si spegne da solo. Dunque finché un operatore ne decide la disattivazione questo continua a far piovere.
La copertura di un impianto sprinkler, deve inoltre essere estesa agli spazi nascosti. Ad esempio controsoffitti, pavimenti galleggianti, ecc.
Tipi di impianto sprinkler antincendio
Tecnologicamente gli impiant isprinkler si differenziano in quattro tipologie:
- Impianti ordinari o sprinkler a umido, molto semplici ma più sensibili al rischio di gelo;
- Impianti sprinkler a secco in cui, al posto dell’acqua nelle tubazioni è presente aria in pressione. Oppure, se vi è il rischio di alimentare pericolosamente le fiamme con comburente, con gas inerte.
La rottura della fiala termosensbile provoca un crollo della pressione della rete di tubazioni. Crollo che dalla valvola di allarme principale di alimentazione idrica provoca la repentina apertura. L’acqua può quindi viaggiare fino alla testina e da questa irrorare la zona in cui c’è l’incendio. In questo modo l’impianto è certamente non sensibile agli effetti del gelo ma risulta più lento nell’intervento; - Impianti antincendio sprinkler alternativi in cui, a seconda della stagione, le tubazioni vengono riempite di acqua o di aria compressa;
- Impianti a preazione. Sono impianti a secco in cui la valvola principale di alimentazione idrica è aperta dalla comunicazione proveninete da un impianto di rilevazione fumi. Quindi più veloce nel riscontrare una situazione di pericolo.
Sistemi a diluvio
L’impianto sprinkler a diluvio è una variante dell’impianto sprinkler in cui le testine sono normalmente aperte. La valvola principale deve quindi essere comandata da un impianto di rivelazione incendi.
In caso di sinistro rilevato dall’impianto d rivelazione incendi la valvola apre e permette l’irrogazione simultanea di tutte le testine. L’impianto in questione è quindi di solit interessato da una enorme portata d’acqua e molto pronta è la sua risposta.
La norma UNI EN 12845 esclude in modo chiaro dal proprio campo di applicazione gli impianti a diluvio. Dunque per questo tipo di impianti sprinkler antincendio essa è solo una utile indicazione.
Valvole di alimentazione idrica principale
Che l’impianto sprinkler antincendio sia ad umido o a secco. Esso deve essere dotato di valvole di alimentazione principali azionate dalla repentina caduta di pressione nella rete a valle a causa della rottura delle fiale termosensibili.
Tali valvole sono di norma dotate di prossostati da collegare alla rivelazione incendi. Al pressostato si associa inoltre la classica campana idraulica. Azionata con la stessa acqua di spegnimento. Esse sono inoltre l’organo di manovra
Impianti a schiuma
In funzione della tipologia di rischio, ad esempio, se si ha a che fare con liquidi infiammabili è possibile pensare ad impianti a schiuma. Si tratta comunque di miscele di acqua.
La schiuma è costituita da una emulsione dei prodotti organici con l’acqua. Essa permette di creare una barriera fisica alla alimentazione del comburente. Il principio di estinzione è quindi quello della separazione fisica tra combustibile e comburente.
Alimentazioni idriche
Gli impianti sprinkler antincendio devono essere serviti da una sorgente di alimentazione che fornisca loro l’acqua in portata, pressione e durata sufficienti a quanto previsto dalle varie norme.
Le alimentazioni sono disciplinate dalla norma UNI EN 12845. Questa prevede i seguenti tipi di alimentazione:
- Acquedotto: le diverse norme verticali non vietano in assoluto questa possibilità ma non mancano di specificare che in termini di disponibilità e durata l’alimentazione deve essere garantita. Questa garanzia deve quindi essere fornita dal gestore della rete idrica. Quest’ultimo mal volentieri offre tale disponibilità;
- Serbatoio: si tratta di un metodo molto più semplice rispetto al precedente ma anche molto più costoso. Il serbatoio deve essere accoppiato a pompe di pressurizzazione che trovano di solito alloggiamento in un vano attiguo;
- Lago artificiale: l’opera di presa acqua da lago artificiale dovrà essere del tutto analoga a quanto previsto per le fonti virtualmente inesauribili;
- Fonte inesauribile: a definire una fonte inesauribile è la certezza che in qualunque momento sarà possibile prelevare acqua. Di fiumi, laghi, falde, ecc. Si devono quindi reperire i livelli minimi storici. Ovvero comunque le serie in frequenza di tali valori e sulla scorta di tali valori, valutare se tecnologicamente è possibile eseguire una opera di presa rispettosa della norma;
- Mare: a patto che non sia disponibile una sorgente di acqua dolce e che l’impianto sia caricato in modo permanentemente da acqua dolce.