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Figure aziendali della sicurezza, sono tutte necessarie?

Ormai è palese il fatto che il D.Lgs 81/08 abbia previsto varie figure aziendali per gestire adeguatamente la sicurezza in azienda. L’importanza di cambiare prospettiva nei confronti della sicurezza sul lavoro è evidente rispetto al passato. Vediamo allora insieme l’approccio di base a questo nuovo “sistema di gestione”.

Le sanzioni ed i problemi in materia di sicurezza possono essere tante volte davvero molto gravi. Gli obblighi di legge sempre più stringenti ed il moltiplicarsi delle normative spingono a puntare sempre più su risorse umane qualificate. Queste figure aziendali esterne o interne devono poi collaborare tra loro.

Se prima si demandavano le “questioni della sicurezza” al lavoratore che era disponibile o a quello un po più scaltro. Chiaramente senza alcun aumento o aggravio di costi! Non sia mai che l’azienda fallisse per riconoscere un “quid” in più ad una persona che, giustamente, fa qualcosa in più.

Oggi tutto questo non è più possibile. La norma infatti chiede una serie di cose che anzitutto non possono essere svolte tutte in prima persona dal datore di lavoro. In seconda battuta poi, richiedono una serie di competenze e professionalità che difficilmente si riescono a trovare nelle figure aziendali interne.

Capiamoci, chiaramente stiamo partendo da presupposto di voler fare le cose per bene. Consapevoli del fatto che, avere una buona gestione di questi aspetti significa garantire la sicurezza dei lavoratori e, al tempo stesso, tutelare la propria azienda.

Ovviamente è sempre possibile non seguire le regole e restare ancorati al passato. Tuttavia non gestire nel modo giusto la sicurezza in azienda, soprattutto oggi, può essere un grande problema. Talvolta fatale.

Le figure aziendali per la sicurezza

Ogni azienda che si rispetti, dalla più piccola alla più strutturata anzitutto dovrebbe porsi, tra gli obiettivi aziendali, anche degli obiettivi relativi alla sicurezza sul lavoro. Cioè il primo lavoro da fare è quello di fare in modo che questo tema sia per l’azienda un tema che coinvolge tutta la organizzazione aziendale. Dal datore di lavoro, al direttore commerciale fino a tutti i lavoratori, inclusi i collaboratori esterni ed i fornitori.

In materia di sicurezza dunque il primo impegno dell’azienda deve essere quello di far “sentire” a tutti che si tratta di una cosa seria. Non si fa sicurezza per rispettare un legge. Nemmeno per evitare pesanti sanzioni. Oppure perché c’è un obbligo che se non rispettato non consente di far partire un cantiere … e quindi un lavoro.

Fermiamoci un attimo a riflettere. Fare sicurezza nasce dal bisogno che ha ognuno di noi di sentirsi sicuro e protetto, insomma “garantito”, durante lo svolgimento di qualsiasi tipo di attività. Dunque la sicurezza deve essere un qualcosa di naturale e spontaneo che parte da ognuno di noi. Quasi come respirare.

Preso coscienza di ciò è chiaro che, visti anche i tanti obblighi da rispettare ci sarà bisogno di una serie di figure aziendali ognuna delle quali sara chiamata a svolgere dei compiti. Infatti il datore di lavoro non può fare tutto da solo. Anzitutto perché di mestiere non fa il “tuttologo” e quindi, semplicemente, non conosce tutte le norme da applicare. Inoltre perché spesso davvero non ha il tempo per stare dietro a tutti i risvolti che queste hanno.

La complessità del mondo moderno

Infatti, con il vasto panorama normativo di oggi, è molto difficile tenere conto di tutto. Una modifica in azienda potrebbe avere ben più di una implicazione. Ad esempio l’introduzione di un nuovo macchinario potrebbe impattare la sicurezza ma anche l’ambiente.

Ad esempio questo infatti potrebbe avere necessità di essere collegato ad un camino e generare quindi delle emissioni in atmosfera. Non solo, si potrebbero avere anche impatti dal punto di vista della sicurezza antincendio con conseguente ripercussione sulla relativa SCIA antincendio.

E questo appena descritto è un caso “classico” ed assolutamente ordinario. Quindi com’è possibile pretendere che il datore di lavoro conosca le norme di sicurezza, quelle ambientali, quelle antincendio e tanto altro ancora. Per carità tutto è possibile però converrete con noi se diciamo che: “è davvero difficile che si verifichi questa situazione”.

Bene, consapevole di ciò, anche il Legislatore ha previsto questa cosa. Ha quindi introdotto diverse figure aziendali che hanno il compito di supportare il datore di lavoro nel difficile compito di garantire la sicurezza in azienda.

Andiamo a vedere un po più da vicino queste varie figure senza avere la pretesa di descriverne in dettaglio tutti i compiti e le responsabilità. Ci promettiamo però di farlo nei successivi articoli.

I dirigenti

Si tratta di figure aziendali fondamentali. Sono in diretto contatto con il datore di lavoro e fanno in modo che sia portata avanti la sua iniziativa. Quello che li contraddistingue è dunque il “potere organizzativo”. Cioè possono gestire le attività di un ufficio, un reparto o un intero stabilimento con l’obiettivo di andare incontro alle richieste del datore di lavoro.

Si capisce dunque quanto sia importante questa figura in certi contesti. Ci riferiamo chiaramente a quelle azienda strutturate al punto di avere un responsabile di stabilimento o di unità produttiva. O comunque una persona che ha il potere di organizzare l’attività lavorativa di una o più persone a lui subordinate.

I preposti

Quando parliamo di “preposti” tocchiamo un punto nevralgico. Chi è il preposto? Possiamo dire che è il “capo” quando il datore di lavoro o il dirigente non c’è. Cioè è quello che dà gli ordini e dice agli altri cosa e come fare una certa attività. A differenza del datore di lavoro e dei dirigenti però lui è ogni giorno in reparto o in ufficio insieme con i colleghi. Inoltre non prende iniziative di tipo organizzativo. Cioè non si comporta come un dirigente. Si limita solo a fare in modo che i lavoratori portino avanti le attività stabilite dal datore di lavoro o dai dirigenti nel rispetto delle norme di sicurezza.

Capite bene che si tratta di un ruolo fondamentale. Questa figura, in pratica, è gli occhi e le orecchie del datore di lavoro nei reparti aziendali. Potremmo dire che è la “manifestazione” costante della presenza del datore di lavoro relativamente alla sicurezza.

I professionisti esterni o interni

Si tratta di figure professionali con conoscenze specifiche. Due esempi tipici e classici sono il Medico Competente ed il RSPP. A questi però può aggiungersi anche il consulente ambientale o il tecnico esperto in radioprotezione.

La loro presenza, dipenderà dai rischi presenti in azienda. Ognuno di queste figure aziendali sarà chiamata a svolgere un ruolo ben preciso. Dovrà portare quindi avanti le attività di competenza. Inoltre queste dovranno dialogare tra loro per ottenere risultati sperati.

Le figure aziendali come squadra della sicurezza

Da questo breve articolo speriamo siano emersi in modo chiaro alcuni concetti base che andiamo di seguito a riprendere brevemente. La normativa di sicurezza sul lavoro spesso rischia di essere troppo complessa per poter essere seguite direttamente in via esclusiva dal datore di lavoro. Di conseguenza bisognerà mettere in piedi una vera e propria “squadra della sicurezza” composta da preposti, dirigenti, consulenti esterni e quant’altro.

Sarà cura del datore di lavoro valutare la completezza di questa squadra ed integrarla se del caso. Quest’ultimo, in ogni momento, dovrà tenere sempre presente che la responsabilità in merito a questo aspetto spetta a lui. Dovrà quindi almeno preoccuparsi di valutarne l’adeguatezza.

Infatti, se le cose andassero male, potrebbe essere chiamato a rispondere per il fatto di non aver messo in piedi una squadra adeguata alle esigenze aziendali.

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