formaldeide

Formaldeide, un rischio ancora poco valutato

Quello della esposizione a formaldeide è ancora uno dei rischi poco valutato. Eppure vi sono moltissime situazioni di esposizione e gli ultimi aggiornamenti normativi hanno chiaramente indicato i rischi di questa sostanza. Facciamo insieme il punto della situazione!

La formaldeide o aldeide formica è la più semplice delle aldeidi. La sua formula chimica è CH2O e si trova sotto forma di gas incolore, ma dall’odore caratteristico e pungente. È una gas altamente solubile in acqua con soluzione acquosa al 37%, che viene solitamente chiamata col nome di formalina o formolo. Nel tempo anche la agenzia internazionale per la ricerca sul cancro si è espressa a riguardo per sottolineare i rischi legati alla sua presenza.

I campi di impiego della formaldeide

Nonostante il fatto che questa sostanza rientri nella classificazione delle sostanze sospette cancerogene per l’ uomo questa viene utilizzata in molti settori ancora oggi.

E’ presente in tantissimi settori quali ad esempio quello sanitario o dell’industria. Ad esempio infatti si usa la formaldeide come conservante di pezzi anatomici e di campioni di materiale biologico. Nonché di altri prodotti.

Come accennato si usa per la produzione di resine nell’industria del legno e ciò può causare poi la presenza di formaldeide in casa. E’ presente nei materiali da costruzione e perfino nel settore alimentare.

Si usa infatti come conservante dei cibi con sigla E240 o E239 ottenuto dalla sintesi della formaldeide ed ammonio. Ancora, si usa nei comparti dell’agricoltura e della cosmesi.

Non di rado infatti è impiegata per la disinfezione dei suoli ed il trattamento di semi. Oppure è presente in detergenti, saponi, detersivi per piatti e luci per scarpe.

La classificazione della formaldeide

Come detto il regolamento n. 1272, in prima battuta, aveva classificato la formaldeide come agente chimico pericoloso in classe 2 come “sospetto cancerogeno”. Lo aveva identificato con la sigla H351 “sospettato di provocare il cancro”.

Quindi tale sostanza, fino all’aggiornamento del regolamento CLP è stata trattata “semplicemente” come agente chimico pericoloso attraverso la valutazione del rischio secondo il Capo I del Titolo IX del D.Lgs 81/08.

Il Regolamento CE n. 605 del 5 giugno 2014 di adeguamento tecnico del CLP, ha però rivisto la sua classificazione spostandola, dal 1° aprile 2015 e successivamente dal 1° gennaio 2016, dalla classe 2 alla classe 1B. Cioè come sostanza che “può provocare il cancro” identificandola con la sigla H350. Inoltre l’ha connotata anche come agente mutageno identificandolo con la sigla H341 “Sospettato di provocare alterazioni genetiche”.

Dunque per la formaldeide è stato aumentato il livello di rischio associato alla sua esposizione per la salute umana. Infatti questa è stata classificata come una sostanza che può provocare il cancro. Cioè non vi è più quindi solo un sospetto, come in passato. Dunque sarà necessario andare ad aggiornare la relativa valutazione.

Il D.Lgs 81/08

In base al testo unico sulla sicurezza bisogna valutare il rischio da esposizione dei lavoratori in tutte le forme possibili. Infatti è possibile avere esposizione per inalazione, ingestione e/o contatto attraverso le mucose della pelle.

Bisogna inoltre tenere conto di tutte le situazioni che si possono avere nei luoghi di lavoro. Dunque bisognerà considerare le “operazioni di routine”. Cioè quelle svolte abitualmente durante il normale svolgimento delle mansioni. Nonché quelle che vengono svolte una tantum.

Fino ad arrivare a valutare anche le possibili esposizioni che si possono avere in caso di incidente odi emergenza. Si noti inoltre che sarà necessario valutare tutte l’esposizione a tutte le sostanze presenti o comunque prodotte durante le lavorazioni.

Questo aspetto è molto importante per garantire la sicurezza sul lavoro. Infatti le situazioni in cui può formarsi formaldeide sono moltissime. Ciò in virtù del vastissimo uso che se ne fa nelle aziende.

L’importanza di una valutazione puntuale

E’ molto importante contestualizzare l’ambito di valutazione. Ad esempio la formaldeide si può liberare da mobili in legno pressato. Oppure dai mobili in compensato o truciolato. Ancora, anche alcuni tipi di parquet potrebbero dar luogo ad esposizioni per via della loro applicazione con colle o solventi.

La formaldeide può svilupparsi, inoltre, dall’utilizzo dei toner nelle stampanti e/o fotocopiatrici. Tuttavia, è bene precisare anche che in questo caso il rischio residuo è tipicamente giustificabile. Questo in quanto la formaldeide liberata viene decomposta in modo naturale.

Per quanto detto si comprende bene dunque come l’esposizione a formaldeide sia, in generale, un rischio. Tuttavia è necessario valutare la situazione in dettaglio perché anche lievi differenze possono portare a livelli di esposizione molto diversi.

Se, ad esempio, si pensa all’industria del legno. In questo settore produttivo il suo rilascio si ha soprattutto durante il riscaldamento di resine e colle.

Questo comunque dipenderà dal tipo di resina, dal tempo di pressatura e dall’analisi delle fasi di applicazione. Quest’ultima infatti potrebbe avvenire a spruzzo o in altri modi. Vi sarà poi da valutare l’essiccazione ecc.

Insomma, come si vede, sebbene la formaldeide sia ubiquitaria. Ciò nel senso che è presente in modo diffuso un po’ in tutti gli ambienti di vita e di lavoro. Si potrà valutare in modo serio il rischio solo andando ad analizzare in dettaglio il livello di esposizione considerando di volta in volta la situazione specifica.

I limiti di esposizione per la formaldeide

Allo stato attuale il D.Lgs 81/08 non prevede alcun valore limite di esposizione professionale per la formaldeide. Ciò sia trattandola come agente chimico pericoloso e sia come agente cancerogeno e mutageno. Sono indicati però alcuni valori di concentrazioni di formaldeide proposti da vari enti ed organismi internazionali.

A dirla tutta poi in Italia c’è la Circolare del Ministero della Salute n. 57 del 22 giugno 1983 riguardante gli “Usi della formaldeide”. Nonché i rischi connessi alle possibili modalità di impiego.

In tale circolare viene proposto, al tempo in via sperimentale e provvisoria. Un limite massimo di esposizione pari a 0,1 ppm negli ambienti di vita e di soggiorno. Ciò in riferimento alla presenza di compensati, pannelli truciolati e conglomerati in sughero. Questi ultimi infatti potrebbero, col tempo, dar luogo ad una emissione di formaldeide contenuta nei composti organici volativi rilasciati dalle superfici trattate.

I riferimenti nazionali

Questo valore è stato poi ripreso dal D.M. 10 ottobre 2008 con riguardo alle disposizioni per regolamentare l’emissione di aldeide formica utilizzata durante la lavorazione di pannelli a base di legno. Questo decreto ha stabilito che i pannelli a base di legno e i manufatti con essi realizzati. Sia semilavorati che prodotti finiti. Non possono essere immessi in commercio se la concentrazione di equilibrio di formaldeide, che essi provocano nell’aria, supera il valore di 0,1 ppm.

Dunque, come minimo il valore in questione non deve essere superato. Anche per quanto riguarda possibili limiti o comunque valori massimi accettabili. Gli enti e gli organismi internazionali hanno da tempo proposto dei valori relativi a vari intervalli di esposizione.

In particolare l’organizzazione mondiale della sanità ha indicato come valore massimo di concentrazione di formaldeide negli ambienti di vita, 100 microgrammi/m3. Cioè pari a 0,08 ppm come media su 30 minuti. Mentre invece altri enti hanno proposto valori diversi. Tali valori si basano su quanto stabilito dall’Amercian Concferenze of Governmental Industrial Hygienist (ACGIH) il quale ha definito tre tipi di limiti.

Altre indicazioni

Stante quanto già detto il Regolamento (UE) n. 895/2014 riporta la lista delle sostanze chimiche per le quali. A causa delle riconosciute proprietà cancerogene. Vige il divieto di utilizzo nel territorio europeo. Ciò ad eccezione dei soggetti che hanno ottenuto una specifica autorizzazione da parte dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche.

Ci fermiamo qui per ora. Torneremo più avanti ad approfondire l’argomento andando a vedere come approcciare la valutazione.