microclima

Microclima, valutazione dei rischi e tutela dei lavoratori

Il problema legato al microclima essendo ormai a metà luglio 2020 è decisamente presente. Ci occupiamo oggi della tutela dei lavoratori che durante questi giorni ed anche nel mese di agosto si troveranno a dover lavorare.

Il microclima infatti è compreso tra gli agenti fisici. Per questi il datore di lavoro è tenuto alla valutazione dei rischi di esposizione secondo quanto previsto dal D.Lgs 81/08.

La termoregolazione

Il corpo umano espleta correttamente le sue funzioni fisiologiche quando la temperatura del suo nucleo riesce a mantenersi costante entro un ristretto intervallo di variabilità.

Il bilancio di energia termica del corpo umano è garantito da un sistema di termoregolazione. Questo mantiene costante la temperatura del nucleo attraverso dei meccanismi nervosi a feed-back.

Ogni variazione di temperatura del nucleo corporeo viene segnalata a tale centro da parte di ricettori termici centrali e periferici situati a livello della cute. Nonché di organi profondi quali il midollo spinale, gli organi addominali e le grosse vene. Da qui partono gli stimoli vasomotori, sudoripari e metabolici.

La circolazione del sangue svolge un importante compito nei processi di termoregolazione. Essa provvede al trasporto ed alla distribuzione del calore e ne regola gli scambi attraverso la cute.

Microclima e comfort ambientale

Per “microclima” intendiamo il complesso dei parametri microclimatici fisici ambientali che specificano l’ambiente locale. Non per forza confinato e che, insieme con i parametri soggettivi, quali l’attività metabolica e l’abbigliamento, determinano gli scambi termici degli individui presenti in tale ambiente.

In particolare. Il microclima confortevole è quel microclima che suscita. Nella maggioranza degli individui presenti, una sensazione di soddisfazione per l’ambiente. Questo è per convenzione definito come benessere o comfort.

Le condizioni di benessere termico sono determinate dal coesistere delle due condizioni seguenti:

  • comfort di tipo globale. Relativo al corpo umano nel suo complesso, intimamente legato al mantenimento della neutralità termica del corpo umano. Attraverso la fisiologica risposta del sistema di termoregolazione;
  • comfort di tipo locale. Relativo a specifiche aree corporee, legato alla limitazione degli scambi termici localizzati in specifiche aree superficiali del corpo umano.

La sensazione di massimo comfort si individua in coincidenza della condizione di omotermia del corpo umano. Al contrario, sensazioni di crescente discomfort risultano associate a condizioni via via più distanti dall’equilibrio.

Valutazione degli ambienti

Durante la valutazione del rischio microclima è molto importante distinguere anzitutto quali ambienti termici possono dirsi moderati e quali, invece, severi.

Infatti, in funzione della valutazione devono essere utilizzati indici diversi per poter portare avanti nel modo corretto la valutazione dei rischi attraverso indagini strumentali. Possiamo infatti avere ambienti moderati, ambienti severi caldi ed ambienti severi freddi.

I principali parametri ambientali di temperatura dell’ aria che è necessario tenere presente nei luoghi di lavoro sono temperatura e umidità relativa. Ancora velocità dell’ aria. Nonché eventuali correnti d’ aria che possono influenzare lo scambio termico.

Tutto questo contribuisce a valutare le condizioni di equilibrio per arrivare al bilancio termico ottimale in ambiente di lavoro.

Come procedere nella valutazione del microclima?

Anzitutto è necessario tenere presente una cosa. Cioè che come molti fattori di rischio, è molto difficile pensare di arrivare ad una situazione “perfetta”. Cioè in cui tutti gli occupanti di un ambiente percepiranno una situazione di comfort adeguata.

Infatti in questo aspetto bisogna valutare anche dei fattori soggettivi. Dunque l’obiettivo. Più che quello di garantire al 100% dei presenti una situazione di comfort. E’ quello di fare in modo che la maggior parte dei presenti non avverta particolari criticità in tal senso.

Anzitutto bisogna valutare se ci troviamo in un ambiente moderato o meno. Nel caso si applicheranno le linee guida Inail. Nonché si svolgeranno le misure secondo le relative norme tecniche andando a valutare gli indici PPD, PMV e PD.

Se invece ci troviamo in un ambiente severo caldo andremo a valutare l’indice WBGT. Di contro, in un ambiente severo freddo valuteremo gli indici IREQ e WCI. Infine, in merito all’indice WBGT andremo a valutare se questo rispetta o meno i limiti indicati dalle relative norme tecniche. In caso negativo procederemo con il calcolo dell’indice PHS.

Misure di prevenzione e protezione

Le misure per migliorare il microclima degli ambienti che è possibile adottare sono molte. Dalle specifiche tecniche degli impianti alla valutazione degli sbalzi termici.

Altri tipi di misure che spesso sono adottate sono quelle di tipo gestionale. Spesso infatti, in occasione di esposizioni sistematiche ad alte temperature, l’adattamento permette di adattare alcuni parametri fisiologici così da contenere i rischi. Tuttavia tale adattamento viene perso dal lavoratore anche con una sola settimana di pausa lavorativa.

Ci sono poi chiaramente i dispositivi di protezione che è possibile adottare e le attività di informazione e formazione. Completa infine il tutto chiaramente l’attività di sorveglianza sanitaria portata avanti dal medico competente per i lavoratori che si trovano ad operare in ambienti severi.

Conclusioni

Per quanto appena detto possiamo tratte diverse conclusioni. Il rischio microclima è uno di quei fattori di rischio che sicuramente non può essere trascurato in molti settori produttivi. Questo infatti potrebbe avere conseguenze anche gravissime.

Per garantire la salute dei lavoratori è necessario portare avanti in modo serio e preciso la valutazione. Effettuando indagini strumentali con strumentazione idonea e nel rispetto delle relative norme tecniche. Non si tratta dunque di una di quelle attività da affidare al primo che passa o al consulente che offre il prezzo più basso.

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