segnaletica di sicurezza sul lavoro

Segnaletica di sicurezza sul lavoro, come orientarsi?

La segnaletica di sicurezza sul lavoro non è normalmente vista come una delle questioni prioritarie nella gestione della sicurezza. Non è difficile imbattersi in ambienti di lavoro in cui sono presenti segnali vecchi, danneggiati e scoloriti. Relitti di condizioni lavorative passate e che oggi non sono più coerenti. Oppure magari segnali improvvisati, pizzini posticci applicati con nastro adesivo o, peggio, avanzi di un cartellone, senza potere capire quale prescrizione o avviso qualcuno, nel passato, ha reputato necessario trasmettere.

Perché la segnaletica di sicurezza sul lavoro può essere molto efficace?

La segnaletica, invece, non va trascurata, perché può avere effetti molto efficaci. Al suo obiettivo istituzionale, che è quello di trasmettere informazioni rilevanti. Si somma anche la capacità di fornire indicazioni sull’atteggiamento dei lavoratori dell’azienda in relazione alla cultura della sicurezza.

Ovvero trasmettere messaggi per rendere consapevoli i lavoratori del ruolo che compete loro come elementi di quel particolare ambiente sociale che è l’azienda in cui lavorano. Un ambiente di lavoro con segnaletica appropriata e curata, infatti, fornisce tante informazioni sull’attitudine alla sicurezza di quella particolare azienda, messaggi informali cui naturalmente si è portati a adeguarsi. È quindi consigliabile sfruttare questa disposizione, organizzandosi per il meglio.

Cosa si intende per segnaletica di sicurezza e quando va predisposta?

Con segnaletica di sicurezza si intendono i segnali veri e propri, inclusi quelli luminosi, destinati a dover essere letti al buio o ad attirare l’attenzione.

Ma anche i cartelli e le bacheche che riportano informazioni più articolate. Esistono inoltre numerose specifiche tecniche the utilizzano codici visivi per fornire informazioni che hanno rilevanza per la sicurezza. I codici colore utilizzati, ad esempio, per individuare i cavi elettrici e le condutture che trasportano fluidi.

La segnaletica va predisposta ogni volta che è presente un rischio per la salute e la sicurezza che non è controllato in altri modi. Nonché dove il comportamento indicato dal segnale è efficace per ridurre il rischio.

È opportuno che la scelta e la posizione della segnaletica sia definita predisponendo un progetto. Nonché rispettando le regole e gli standard del settore. Occorre tenere in considerazione almeno:

  • I rischi cui i lavoratori possono essere esposti nell’ambiente di lavoro (valutazione dei rischi), dei quali la segnaletica sarà una misura di controllo.
  • I fattori che possono pregiudicare l’efficacia della segnaletica di sicurezza sul lavoro. Questi possono essere tecnici, come rumore o illuminazione, ma anche dovuti a blocchi o a limiti dei lavoratori che devono comprendere ed applicare il messaggio veicolato.

In particolare, per questo secondo punto, è consigliabile valutare la possibilità di “rinforzare” la comunicazione aggiungendo un cartello di spiegazioni. Ovvero un segnale sonoro o luminoso, a seconda delle circostanze. A questo proposito è necessario considerare che il colore dei segnali luminosi risponde al medesimo standard di quelli che non lo sono. Quelli dei veicoli, invece, devono essere coerenti con il Codice della strada e con il Regolamento ONU ECE 65.

Come trarre il massimo vantaggio per la sicurezza

I segnali di sicurezza sono efficaci quando possono essere visti e compresi. Vengono visti quando sono posizionati in posizioni visibili e sono in buono stato di manutenzione.

Un cartello vecchio e sbilenco, o sbiadito e arrugginito comunica solo la sua irrilevanza. Sono compresi quando il messaggio che trasmettono è coerente con la condizione di pericolo ed è limitato ad esso.

Installazioni caotiche, ridondanti, magari con cartelli che erano stati pensati per situazioni che sono ormai sorpassate, non vengono più visti dal lavoratore. Tantomeno compresi.

I segnali obsoleti vanno rimossi immediatamente. E così nuove condizioni di pericolo devono essere segnalate tempestivamente.

Errori da non commettere: dall’abbondanza alla confusione

La segnaletica di sicurezza sul lavoro disponibile in abbondanza è un indicatore che la sicurezza e i comportamenti sicuri sono tenuti in grande considerazione dall’azienda.

Occorre però fare attenzione che l’abbondanza non si trasformi in confusione e quindi in “rumore”. Rendendo dunque inefficace il messaggio che si vuole trasmettere. In genere segnali specifici vanno installati in prossimità delle aree in cui è presente proprio quel rischio specifico.

I luoghi possono essere i varchi e gli accessi, se le aree sono raccolte, o il confine della zona pericolosa, se questa è all’interno di un’area più ampia. In questo caso sarebbe consigliabile identificare l’area con una barriera ed un varco. Ovvero, almeno, con la pitturazione di strisce di delimitazione o aree sul pavimento.

La segnaletica su attrezzature e macchine deve essere installata in prossimità del pannello di comando. In caso di attrezzature che si sviluppano nelle varie dimensioni, come le linee di produzione, laddove esse sono accessibili o su porte e portiere, se queste sono munite di una cabina.

Dimensioni, distanze, efficacia della segnaletica di sicurezza

La dimensione della segnaletica di sicurezza sul lavoro ha conseguenze sull’efficacia della comunicazione. Deve essere adeguata alla distanza da cui i cartelli saranno visti.

Inoltre le eventuali tabelle esplicative devono potere essere lette senza sforzo. I grandi cartelli formati da più segnali accorpati, installati agli accessi dei cantieri o degli stabilimenti hanno come obiettivo essere letti da lontano.

Sono adeguati unicamente allo scopo di indicare quali sono i comportamenti richiesti puntualmente all’interno dell’area di lavoro. Ciò per fare in modo che i lavoratori siano attrezzati prima di entrare in contatto con il potenziale pericolo. Per questo motivo i singoli segnali devono essere ripetuti dove questo si manifesta. Non a caso forme e colori di sicurezza dei segnali di sicurezza sono regolamentati.

Norme e standard per la segnaletica di sicurezza

Per i pittogrammi riportati dai segnali, il riferimento è la norma ISO 7010:2011, che è uno standard internazionale, anche se sono all’ordine del giorno variazioni “locali”. Queste dovrebbero essere il più possibile contenute, in maniera da limitare le difficoltà di comprensione e gli equivoci.

È consigliabile che il pittogramma sia sempre accompagnato da una descrizione della regola o del pericolo di riferimento. Nelle lingue parlate nello stabilimento, specialmente se il segnale utilizza i colori rosso e verde.

L’obiettivo è limitare il più possibile equivoci e malintesi. Occorre tuttavia anche considerare che circa l’8% della popolazione maschile e lo 0,4% di quella femminile soffre di discromia.

Si tratta di una condizione in cui si ha un’alterata percezione dei colori. Avere incertezze in relazione a segnali rossi, che indicano pericolo, o verdi, che segnalano il via libera, può avere conseguenze catastrofiche. In caso di condutture che trasportano fluidi, è opportuno che queste siano verniciate con il codice colore specifico della sostanza trasportata.

Nonché che il nome di questa sia riportato ad intervalli regolari sulla tubatura, perché non tutti conoscono i codici colore e perché per chi è  discromico questi sono inefficaci.

Come organizzarsi

Deve essere chiaro che la segnaletica è una misura di prevenzione e protezione dal rischio in tema di salute sul luogo di lavoro vera e propria. Pertanto deve rispettare le misure generali di tutela riportate all’articolo 15 del D.Lgs. n. 81/2008. Che fissa un metodo per definire i controlli dei rischi (hierarchy of controls) che stabilisce priorità tra le varie misure possibili a seconda della loro efficacia.

Il rischio, se possibile va evitato o ridotto. I lavoratori devono essere protetti dal rischio residuo dando quindi priorità alle misure ingegneristiche (barriere). Solo in seguito poi a quelle amministrative, tra cui c’è, appunto, la segnaletica.

Conclusioni

Chiudiamo per ora chiarendo dunque che la segnaletica di sicurezza sul lavoro non può sostituire in alcun caso l’adozione di una misura tecnica. Cioè, ad esempio, installare un cartello quando si sarebbe dovuta costruire una protezione non è fare sicurezza, ma un metodo sicuro per assicurarsi il coinvolgimento in un procedimento penale in caso di incidente.

Certamente è possibile garantire la sicurezza o la salute dei lavoratori anche grazie alla segnaletica. I segnali infatti, come sappiamo, forniscono indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio. Così come, spesso, sono utili segnali che prescrivono o vietano un comportamento che potrebbe causare un pericolo.

La segnaletica può avvertire di un rischio o essere riferita ad un oggetto. Ancora, potrebbe prescrive determinati comportamenti, quali il divieto di correre o causare altre criticità in emergenza. Infatti istintivamente, un incendio potrebbe far correre gli occupanti verso un luogo sicuro. Ma ciò potrebbe voler dire una evacuazione scomposta con conseguenti ulteriori rischi.

Insomma il datore di lavoro, come previsto dal testo unico sulla sicurezza, qualora si verifichi un pericolo deve adoperarsi per valutarne i rischi. Eliminandoli o riducendoli al minimo. Va da sé che, ai fini della sicurezza, la segnaletica deve essere presente in azienda ma “nel modo giusto”.

In tutti i casi in cui un cartello può aiutare, si dovrà provvedere in tal senso. Il problema, da non prendere sottogama, è valutare bene questi casi e l’adeguatezza poi della relativa segnaletica.