Idrante antincendio: quale tipologia scegliere?
Un idrante rientra a pieno titolo nei presidi speciali che servono per erogare l’agente estinguente nella forma e nel modo voluto.
La gamma di questo specifico tipo di attrezzature antincendio attualmente disponibili sul mercato è piuttosto ampia e ricopre le esigenze più svariate. Vediamo le specifiche principali relative alle attrezzature più in uso negli impianti fissi; in particolare focalizzando l’attenzione su quelle manuali ad acqua e/o a schiuma.
L’importanza di una corretta progettazione
Proseguiamo il nostro focus in materia antincendio ed in particolare sugli impianti antincendio a idranti. La conoscenza specifica di questi presidi e le relative condizioni d’uso sono necessarie per vari motivi.
Ad esempio, per definire in modo preciso i fabbisogni idrici dell’impianto. In base al tipo di presidio, si può stabilire anche l’ubicazione più idonea per la loro installazione. Nonché le modalità e i limiti di impiego di ciascuna di questi.
Un idrante antincendio è una valvola ad apertura manuale collegata a una rete di condotte d’acqua. Esso è corredato di una o più prese o attacchi filettati per tubazioni flessibili. Sono trattati dalla norma UNI EN 10779 e possiamo dire che ne esistono varie tipologie.
Quelli più utilizzati hanno attacchi UNI 25, 45 e 70 mm. Spesso si parla infatti di idrante uni 45 ed uni 70. Chiaramente per garantirne il corretto funzionamento, questi presidi devono essere oggetto di idonea e regolare manutenzione.
Idrante a muro e sottosuolo
Un idrante a muro ha la valvola di apertura ed il relativo attacco per la tubazione flessibile. E’ contenuto in una cassetta metallica incassata. Ovvero sporgente dal muro. Completano la dotazione della cassetta la manichetta e la lancia erogatrice.
Un idrante sottosuolo invece presenta tipicamente un corpo in ghisa. E’ costituito da una valvola provvista di attacco filettato tipicamente UNI 70. E’ alloggiato tipicamente in una custodia metallica con chiusino. Vengono installati di solito a filo della strada.
Gli idranti sottosuolo, sono realizzati in conformità alla norma UNI EN 14229. Vengono gestiti in modo manuale attraverso una chiave da inserire in un dispositivo. Questa consente l’apertura e la chiusura della valvola.
Rispetto agli idranti soprasuolo, hanno lo svantaggio di garantire una portata idrica inferiore. Hanno infatti un solo attacco, di dimensioni non superiori a 70 mm. Dunque non permettono di avere più manichette attaccate.
Idrante soprasuolo o “a colonna”
Un idrante a colonna ha una valvola, alloggiata nella porzione interrata dell’apparecchio. Questa è manovrabile attraverso un alberino verticale che ruota nel corpo cilindrico in cui sono ricavati uno o più attacchi filettati, generalmente UNI 70 mm. Vi sono anche idranti a colonna con attacchi UNI 125, denominati superidranti, che vengono usati più di rado.
Gli idranti a colonna del tipo a corpo asciutto (antigelo) comprendono un meccanismo di scarico dell’acqua contenuta nel corpo stesso.
I naspi
Per attività a rischio lieve di incendio, in luogo degli idranti spesso si installano naspi antincendio. Questi sono costituiti da una tubazione di gomma, provvista di attacco UNI 25 mm. La tubazione è avvolta su un tamburo girevole collegato alla rete mediante un giunto speciale. Esso è dotato all’estremità di lancia regolabile (a getto pieno o frazionato).
I naspi, a differenza degli idranti, consentono l’erogazione dell’acqua senza necessità di effettuare lo stendimento del tubo. Quindi possono essere usati agevolmente anche da persone non addestrate.