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Infortuni sul lavoro e malattie professionali. Perché zero?

Avevamo già parlato nei giorni scorsi di quali vantaggi possa avere in termini di infortuni e malattie professionali l’approccio “zero infortuni”. Proseguiamo ora la nostra analisi andando a vedere più in dettaglio come procedere.

Riassumendo velocemente possiamo dire che di certo l’approccio “zero infortuni” è molto valido e rappresenta un modello cui tendere. Le perplessità a riguardo tuttavia derivavano dalle possibili controindicazioni dell’adozione del modello.

Se ricordate infatti avevamo fatto riferimento ad una serie di valutazioni da fare in azienda. Ciò per poterne valutare il grado di maturità così da valutare se si è pronti o meno ad adottare questo modello.

Una prima cosa da valutare in questo caso è sicuramente il numero e l’andamento degli infortuni andando, in particolare, a valutare gli infortuni gravi occorsi.

Cosa guardare nella analisi degli infortuni per definire gli obiettivi

La sicurezza sul lavoro è data anche dall’analisi storica degli infortuni avvenuti. Infatti questo indice può fornire chiare e preziose indicazioni per aiutare a migliorare il tiro.

Come già detto anche quando abbiamo introdotto l’argomento può essere utile. Ai fini di migliorare sempre più la sicurezza sul lavoro. Prendere in considerazione gli incidenti sul lavoro anche se non hanno dato luogo ad infortuni o ad invalidità permanente dei lavoratori.

L’obiettivo di questa analisi non è chiaramente quello di andare a verificare la copertura assicurativa, la polizza infortuni, la inabilità temporanea o la indennità giornaliera. Chiaramente gli infortuni possono verificarsi ogni giorno 24 ore su 24 ed impattare, anche in modo serio, sulla capacità lavorativa della persona che ne è coinvolta.

Questi possono avere ripercussioni anche extra professionali e comportare diversi rimborsi spese. Tuttavia in caso di infortuni i “problemi” non sono certo quelli legati alla assicurazione infortuni né tantomeno a rimborsi ecc.

Il motivo per cui bisogna analizzare in dettaglio gli eventi infortunistici avvenuti in azienda riguarda l’ attività lavorativa svolta ed altri due parametri. Nello specifico facciamo riferimento all’indice di frequenza ed a quello di gravità come definiti dalla norma tecnica UNI 7249.

Cosa ci dicono questi indici

Gli indici appena indicati ci danno appunto conto di quanto spesso e con quale gravità si verificano eventi infortunistici in azienda. Una cosa da fare è certamente quella di capire se nell’azienda in esame si verificano un maggior numero di infortuni ma con una gravità molto bassa o viceversa.

Nel primo caso questo significa che verosimilmente le misure di sicurezza da adottare vanno migliorate. Cioè, verosimilmente, il problema di fondo dell’azienda è dato dalla mancanza di una sana cultura della sicurezza.

A valle di questa analisi dunque dovrebbe essere chiara la strada da seguire e le conseguenti misure da adottare. Nel caso opposto invece. Cioè laddove il numero di infortuni non sia particolarmente elevato ma questi siano particolarmente gravi il discorso cambia.

Si dovranno allora andare a valutare le misure tecniche e organizzative. Nonché la formazione in azienda. In particolare per quei fattori di rischio che hanno dato luogo agli eventi particolarmente gravi che si sono registrati.

Inquadrare gli infortuni nell’ottica della metodologia aziendale

In funzione del lavoro fatto al punto precedente che chiaramente non può essere fatto a tempo libero ma richiede un vero e proprio studio approfondito. Si possono fissare gli obiettivi di sicurezza in materia di prevenzione infortuni. Nella situazione di cui al primo caso del paragrafo precedente magari può non essere opportuno andare a fissare subito in azienda l’obiettivo “zero infortuni”.

Infatti mancando una vera e propria cultura della sicurezza sarà necessario prima costruire delle solide fondamenta. Dopodiché, su queste, si potrà costruire tutto il necessario per arrivare all’obiettivo.

In questo caso quindi una strada che si potrebbe seguire sarà quella di suddividere gli infortuni in eventi non accettabili in nessun caso (quelli gravi). Nonché in eventi che, sebbene inattesi e non voluti potrebbero tuttavia essere considerati “accettabili”.

Ad esempio una contusione, come una piccola ferita da taglio alla mano. Ovvero sopportabili in un’ottica di loro progressiva riduzione. Quindi l’azienda in questa fase potrebbe andare a porre l’obiettivo di miglioramento “zero infortuni gravi”.

Cioè dopo aver inquadrato e definito la gravità fissare dei paletti a riguardo. In questo modo avrebbe la possibilità di migliorare la situazione ed, al contempo, di crescere.

Non dimentichiamo infatti che la crescita in materia di sicurezza, come in tutte le cose, dovrà essere lenta e graduale. Non ha infatti alcun senso passare da “zero” a “cento” in poco tempo. Si tratterebbe solo di un obiettivo irraggiungibile e comunque di un risultato effimero perché non destinato a durare.

Conclusioni

Quanto visto è solo un possibile esempio legato alla metodologia più proficua da adottare. Riteniamo che solo attività di questo tipo siano quelle che possano dare i migliori frutti e quindi siamo a vostra disposizione per assistervi in questa attività.

Concludiamo per ora come sempre invitandovi a registrarvi alla nostra newsletter sicurezza sul lavoro per rimanere sempre aggiornati sugli ulteriori articoli sul tema!